COMUNICATO
STAMPA
PREMIO
EUROPA E CULTURA 2019
Il
25 Marzo 2019 alle ore 16,00 si terrà presso il Centro
di documentazione europea (CED) Altiero Spinelli presso
Sapienza Università di Roma, Facoltà di Economia e Commercio
(Via del Castro Laurenziano 9 - Viale Ippocrate), la consegna
del premio “EUROPA E CULTURA” nell'ambito del Progetto
"Le Rosse pergamene del Nuovo umanesimo" della
scrittrice ANNA MANNA.

Anna Manna al Parlamento europeo
L'iniziativa
è nata nel 2013 in occasione di un convegno, ideato ed
organizzato dalla Dott.ssa Anna Manna, dedicato al poeta
antropologo Prof. Gilberto Mazzoleni della Facoltà di
Lettere, che ha visto studiosi e docenti riuniti alla
presenza del Preside della Facoltà di Lettere Prof. Roberto
Nicolai sulla tematica europea.
Il Convegno ha avuto un seguito proseguendo il suo programma
culturale anche dopo la morte del Prof.Gilberto Mazzoleni.
Presso la Sala delle Bandiere dell'Ufficio del Parlamento
europeo a Roma a gennaio del 2014 è stato battezzato il
PREMIO EUROPA E CULTURA che si è svolto sempre con la
presidenza di Giuria di CORRADO CALABRO’.

Sala delle Bandiere lancio del Premio Europa e cultura
La
prima EDIZIONE UFFICIALE DEL PREMIO SI è SVOLTA nel 2016
a febbraio PRESSO LA SALA DELLA BIBLIOTECA DELLA CAMERA
DEI DEPUTATI alla presenza di del prestigioso presidente
di Giuria CORRADO CALABRO'. La finalità è premiare personalità
di spicco in ambito europeo.

Corrado Calabrò
Il
Centro di documentazione europea Altiero Spinelli ha ospitato
le edizioni successive, diventando la sede stabile della
Cerimonia di Premiazione .
Una sezione del Premio è dedicata al racconto della bellezza
italiana nell’arte e nel paesaggio ITALIAMIA la cui giuria
è capeggiata da NERIA DE GIOVANNI, presidente dell’Associazione
internazionale dei Critici letterari.
Dallo scorso anno, per volontà della promotrice, la scrittrice
Anna Manna Clementi, la sezione poesia si è prefissa di
premiare una donna.
I
VINCITORI 2019
Nel 2019 la Giuria del Premio, con la prestigiosa Presidenza
di giuria di CORRADO CALABRO’, ha deciso di premiare due
importanti personalità culturali : la professoressa ANTONELLA
ANEDDA - ANGIOY per la Poesia. Lo scrittore, saggista,
critico letterario affermatissimo RENATO MINORE sarà premiato
per la Narrativa. E’ fresco di stampa il suo ultimo libro
Rimbaud. La vita assente di un poeta dalle suole di vento,
edito da Bompiani nel febbraio 2019.
Alla cerimonia di Premiazione, condotta da Anna Manna,
seguirà il secondo Incontro “Mi faccio Europa” della Rassegna
I PROTAGONISTI NELL’EUROPA DI TUTTI dedicato alle Donne.
Antonella Pagano, Tiziana Marini, Sabino Caronia e Diana
Cavorso Caronia saranno i relatori. Madrina della Manifestazione
Liliana Biondi che il 4 dicembre 2018 ha ricevuto il Premio
Europa e Cultura 2018.

Liliana Biondi
Performance
poetica di EUGENIA SERAFINI. Recital di poesie dedicate
alla tematica femminile di JOLE CHESSA OLIVARES.


Comunicato
stampa
Il
Progetto “Cultura e Territorio in Europa “
alla Sapienza
l’Incontro “MI FACCIO EUROPA”
dedicato alle donne apre la serie di incontri previsti
dal Progetto
L’Incontro "Mi faccio Europa", che si
sviluppa nell'ambito del Progetto "CULTURA E TERRITORIO
IN EUROPA: I PROTAGONISTI" ideato e curato da Anna
Manna in collaborazione con il Centro A. Spinelli, si
è svolto con successo il 4 dicembre 2018.
Durante l’incontro ha avuto luogo anche la Cerimonia
di premiazione del Premio EUROPA E CULTURA 2018 con la
presidenza di Giuria di Corrado Calabrò.
Anna Manna, ideatrice ed organizzatrice del Progetto ed
Angelo Ariemma, per il Centro di Documentazione Europea
A.Spinelli, hanno organizzato dunque un interessante programma
che ha sviluppato vari aspetti. L’impulso culturale
di vasto respiro è stato dato dall’ intervento
di Corrado Calabrò che, al di là degli intenti
letterari, ha portato lo sguardo degli intervenuti ad
un vasto respiro storico per abbracciare la tematica europea
nel suo complesso.

Anna Manna
Dunque
saluto del Presidente Giuria del Premio, molto attuale!
Le
Premiate per il 2018: LILIANA BIONDI, saggista e docente
universitaria e ROSANNA LUPI, presidente del Premio Camajore
dedicato a Francesco Belluomini.


Liliana Biondi premiata da Corrado Calabrò

Fabia
Baldi ritira targa per Rosanna Lupi
L’aquilana
Liliana Biondi ha illuminato la sala con il suo solare
e splendido intervento. La targa di Rosanna Lupi è
stata ritirata dalla poetessa Fabia Baldi che ha delineato
con grande garbo la figura della premiata e la sua avventura
umana e letteraria.
Con l’intervento di Lorenzo Spurio e la presentazione
del numero speciale della rivista Euterpe dedicato alle
donne “Il coraggio delle donne“, si è
aperta la Tavola Rotonda con le prestigiose relatrici:
Fabia Baldi, Liliana Biondi, Jole Chessa Olivares, Neria
De Giovanni, Daniela Fabrizi, Anna Manna, Antonella Pagano,
Michela Zanarella.
Le relatrici, nomi di grande prestigio nel mondo della
cultura, hanno illustrato i profili di donne importanti
nella storia della cultura e del territorio europeo:
Grazia Deledda, di cui la presidente dell’Associazione
Internazionale dei Critici Letterari, Neria De Giovanni,
ha fatto un ritratto di grande coinvolgimento letterario,
la poetessa contemporanea Antonella Anedda analizzata
da Daniela Fabrizi, le figure storiche di primo piano
nella cultura internazionale Cristina di Svezia, descritta
da un interessante profilo firmato Michela Zanarella,
Maria Montessori raccontata con grande perizia ed analisi
storica da Jole Chessa Olivares, Laudomia Bonanni evidenziata
dalla premiata Liliana Biondi in un appassionato e preciso
intervento.

Corrado Calabrò, Neria De Giovanni, Daniela
Fabrizi

i giovani poeti di Daniela Fabrizi

“MI
FACCIO EUROPA”!
L’incontro al Centro A.Spinelli di Sapienza Università
di Roma

Anna Manna ideatrice ed organizzatrice del Progetto,
Angelo Ariemma del Centro di documentazione europea A.Spinelli
L’Incontro
"MI FACCIO EUROPA" si sviluppa nell'ambito del
Progetto "CULTURA E TERRITORIO IN EUROPA: I PROTAGONISTI"
ideato e curato da Anna Manna in collaborazione con il
Centro A.Spinelli.
Si svolgerà nei prossimi mesi affrontando grandi tematiche:
LE DONNE, I GIOVANI, GLI INTELLETTUALI, L'IMPRENDITORIA,
LA SCUOLA. Tutti gli incontri sono ospitati presso il
CENTRO DI DOCUMENTAZIONE EUROPEA A.SPINELLI
FACOLTA' ECONOMIA E COMMERCIO - SAPIENZA UNIVERSITA' DI
ROMA, via del Castro Laurenziano n.9.
Il
primo incontro è dedicato alle donne. Inizierà alle ore
15,30 precise il 4 dicembre 2018.
Durante l’incontro ci sarà la Cerimonia di premiazione
del Premio EUROPA E CULTURA 2018 con la presidenza di
Giuria di Corrado Calabrò
Il
titolo dellIncontro “MI FACCIO EUROPA” vuol essere un
ricordo ed un Omaggio al Convegno "MI FACCIO VIVO"
(dedicato al Prof.Gilberto Mazzoleni)
che si svolse poco prima della scomparsa del poeta antropologo
presso la FACOLTA’ DI LETTERE alla presenza di molti docenti
e molti studenti. Durante questo convegno, che prese il
nome dal titolo dell'ultimo libro del Prof.Mazzoleni,
si evidenziarono molte tematiche dedicate all'Europa della
cultura e si decise l'organizzazione del Premio EUROPA
E CULTURA presso la Sala delle Bandiere al Parlamento
europeo. Anna Manna ha voluto riproporre il concetto del
Prof. Mazzoleni per rimanere fedele ai progetti ed alle
decisioni che ideò sotto la sua guida durante gli ultimi
anni di docenza del professore nella Facoltà di Lettere.
Questo
il programma del 1° INCONTRO dedicato alle DONNE:
Benvenuto
Anna Manna, Angelo Ariemma per il CDE
Saluto CORRADO CALABRO’
Presidente Giuria Premio Europa e Cultura
PREMIO
EUROPA E CULTURA
Interventi:
Lorenzo Spurio
Presentazione numero speciale rivista Euterpe dedicato
alla donne
“Il coraggio delle donne“
Tavola
Rotonda:
Fabia Baldi, Liliana Biondi , Jole Chessa Olivares, Neria
De Giovanni, Daniela Fabrizi,
Anna Manna, Antonella Pagano, Michela Zanarella. Le relatrici,
nomi di grande prestigio nel mondo della cultura, illustreranno
profili di donne importanti nella storia della cultura
e del territorio europeo.
L’Incontro si concluderà con una interessante Performance
poetica di Eugenia Serafini
IL PREMIO EUROPA E CULTURA 2018, durante questa manifestazione,
rivolge la sua attenzione alle donne premiando donne di
grande interesse nell’ambito del panorama culturale europeo.
Il
responsabile della comunicazione
per il progetto Cultura e territorio in Europa
Alessandro Clementi

COMUNICATO
STAMPA
PREMIO
"IL POETA EBBRO VINCE IL CUORE DI SPOLETO!"
Il
vero vincitore di questa specialissima edizione è stato
il cuore poetico della città!
SANDRO COSTANZI, poeta spoletino raffinato e di grande
cultura, responsabile dei poeti di zona per il premio,
ha chiamato a raccolta i poeti di Spoleto nei due EVENTI
del 6 ottobre.
Ed i poeti hanno risposto con slancio e passione.
Ma
La Vendemmia letteraria, nel suo esordio affascinante
e tempestoso a Spoleto, ha già un respiro europeo!
La particolare struttura del Premio "IL POETA EBBRO",
lanciato con grande successo di pubblico e di consensi
il 6 ottobre a Spoleto, evidenzia e potenzia il dialogo
culturale tra le città italiane con i propri artisti:
SPOLETO, ROMA, CATANIA, L'AQUILA, FIRENZE e infine e soprattutto
MATERA disegnano nel prossimo anno un dialogo ed uno scambio
culturale a dimensione europea.
MATERA è infatti la capitale della cultura per l'EUROPA
2019 ed Antonella Pagano, nella Giuria del Premio e Responsabile
per i poeti della sua zona, è vivacissima PRESENZA CULTURALE
SUL TERRITORIO ITALIANO e sarà COLLANTE INIMITABILE TRA
I VARI eventi CHE SARANNO ORGANIZZATI NELL'AMBITO DEL
PREMIO IL POETA EBBRO.
IL Progetto di Anna Manna e Vera Ambra, ideato con grande
intuito e molto impegno sul territorio italiano, si avvale
di una giuria prestigiosa che porta la firma di una presidente
di giuria per l'Edito del valore di NERIA DE GIOVANNI,
Presidente dell'Associazione Internazionale die Critici
letterari che ha sede a Parigi.Il mosto dunque che la
vivace Manifestazione del 6 ottobre a Spoleto ha assaporato
ha il profumo ed il gusto di uno sguardo d'insieme sugli
scambi culturali in Europa.
Ha già il sapore di un brindisi di Champagne!
E' un vino denso, già insaporito da molta esperienza e
moltissimo impegno. Ha dormito per anni nel cuore degli
organizzatori come in cantine profonde e silenziose, lavorato
con maestria ed abilità, esperienza ed entusiasmo.
NERIA DE GIOVANNI è stata il Primo PREMIO SPECIALE per
la SAGGISTICA del PREMIO POETA EBBRO - edizione di lancio
e subito dopo ha assunto la presidenza di giuria del Premio
per l'EDITO. Ma il vero vincitore di questa specialissima
edizione è stato il cuore poetico della città!

Così
in una mattinata autunnale con una pioggerella leggera
ed un freddo incipiente, umido ed insinuante, il desiderio
di stare insieme, vicini vicini. stretti dai versi attorno
alle emozioni, magari seduti nel calduccio accogliente
di un Bistrot come a Parigi, ha preso il sopravvento su
tutto! E questa voglia artistica d'ottobre è diventata
il file-rouge della mattinata, passata proprio in un Bistrot,
il ristorante CAVA, sulla piazza del Mercato. E si sentiva
aria di Parigi, la Parigi dei primi del novecento quando
l'Arte riuniva i cuori!
I poeti intirizziti, bagnati dalla pioggia, stanchi dai
viaggi tempestosi si sono rilassati, scaldati, infervorati,
gli uni accanto agli altri, stretti nell'abbraccio della
Poesia. La poesia , quella vera, è venuta fuori non solo
dai versi, ma dai racconti, dai ricordi, dalle speranze
che hanno scaldato un mattino che il delizioso aperitivo
di Aurora, l'anima instancabile di CAVA, ha reso degno
di... BACCO! Alla fine il brindisi c'è stato davvero ed
i bicchieri non erano... colmi d'acqua!
Poi tutti a gironzolare per Spoleto annebbiata dalla pioggerella
autunnale, che ormai non portava più il freddo ma una
carezza colma di allegria!
Fino alle 15,30 quando tutti si sono ritrovati nella bella
sala dell'Hotel dei Duchi.


Anna
Manna, Vera Ambra e Sandro Costanzi hanno lanciato il
Premio "IL POETA EBBRO" tra musiche, versi,
immagini incantevoli in un ideale abbraccio multidisciplinare
.
L'intervento di Neria De Giovanni, all'Hotel Dei duchi,
ha siglato il livello alto dell'intera operazione culturale.
Con uno sguardo particolare alla figura femminile in un'ottica
di dialogo costante e d armonioso con il mondo maschile.
La premiazione di due donne, ALESSANDRA FELLI ed ELENA
CORDARO per la narrativa inedita ed edita, hanno sottolineato
queste caratteristiche espresse come impegno ed indicazione
per il futuro. A conclusione la premiazione di Giovina
Santini, premio ritirato da Sergio De Angelis, per l'opera
di diffusione della cultura italiana all'estero.
Musiche in tema, di grande raffinatezza, scelte con cura
da Sandro Costanzi, hanno concluso il Lancio del Premio
IL POETA EBBRO.
E quindi un momento gioioso, giocoso nelle tematiche:
la premiazione del Premo CibArte e... sia a cura di Vera
Ambra.
per
la Sezione Narrativa
1° Cinzia Aloisi “Tango gastronomico”
2° Pietro Garuccio “A Pasqua couscous”
3° Eugenia Grimani “Ricordi”
per
la Sezione Poesia
1° Alfonso Gargano con “Tonnarelli cacio e pepe”
2° Dominga Carrubba “Dal canto di donne madri”
3° Lolita Rinforzi “Pane amore e tantissima ansia”
Il
premio speciale della giuria è stato assegnato a Giuseppina
Correnti Caruso “Di nuovo a tavola” e al fotografoClaudio
Bonaccorso, la cui opera è divettata il logo del premio
di quest’anno.
Questo momento distensivo ha permesso di rivedere amici
persi di vista, scoprire altri talenti, sentire nuovi
applausi per una forma di poesia che sembra facile, ma
richiede grande maestria,
Sulle immagini della Vendemmia, di un film indimenticabile
“Il profumo del mosto selvatico”, la chiusura della poetessa
Anna Manna, sussurrata, sulla falsariga del dialogo dei
protagonisti del film, potrebbe essere il prodotto finale
di un team di esperti della comunicazione, per la capacità
di coinvolgimento emotivo.
Ma è stato invece soltanto l’ultimo bicchiere di vino,
quello più dolce, forse quello che ubriaca davvero!
Alessandro
Clementi
Responsabile della comunicazione del Premio
GALLERIA
FOTOGRAFICA














A
SPOLETO VENDEMMIA LETTERARIA ACCENDE L'AUTUNNO!
Protagonisti
saranno i poeti del Gruppo I POETI EBBRI. L’evento, ideato
da Anna Manna in collaborazione con Vera Ambra, si ripeterà
ogni annocon una manifestazione di grande originalità
e coinvolgimento cittadino

SPOLETO
– Il 6 ottobre prossimo a Spoleto, città
patrimonio dell’UNESCO, in uno scenario naturale e artistico
spettacolare, si svolgerà l’Evento culturale “VENDEMMIA
LETTERARIA A SPOLETO”.
L’evento, ideato da Anna Manna in collaborazione con Vera
Ambra, si ripeterà ogni anno siglando l’autunno spoletino
con una Manifestazione di grande originalità e coinvolgimento
cittadino.
Protagonisti di questa manifestazione saranno i poeti
del Gruppo I POETI EBBRI, nato a seguito della pubblicazione
dell’Antologia, curata dalla poetessa Anna Manna, “EBBREZZE
DI VERSI, SOSPIRO DI...VINO” a cura di Akkuaria.

L’antologia
raccoglie 65 firme di poeti e narratori in un Omaggio
letterario verso la Metafora del vino, essenza antichissima
d’indagine poetica in senso lato. L’Antologia, già presentata
a Roma presso Sapienza Università di Roma, ha ricevuto
molti applausi e commenti positivi. Nomi di poeti famosi
si alternano a giovani poeti emergenti, giovanissimi poeti
in erba si mescolano a nomi notissimi nel panorama culturale
europeo.
Attorno a questi poeti si sono aggiunti altri nomi fino
a creare su Facebook un nutrito Gruppo… ebbro!
Il 6 ottobre molti di loro parteciperanno al Rendez-vous
spoletino, organizzato in due tempi distinti per orario
e luogo.
La giornata dedicata alla Vendemmia letteraria si aprirà
alle ore 11,30 nella famosissima e centralissima Piazza
del Mercato. L’appuntamento per i poeti sarà davanti alla
splendida bianca Fontana di Piazza del Mercato, da poco
restituita al suo splendore in un magnifico restauro che
ne ha sottolineato, con una sfumatura di colore molto
indovinato, il significato metaforico di lavaggio dalle
brutture del mondo. Per questo il messaggio salvifico
della Poesia si sposa in questa zona, così caratteristica
di Spoleto, al lindore dell’acqua della Fontana, che ha
ispirato ad Anna Manna una poesia che sarà presentata
come Benvenuto per i poeti.
Il Benvenuto si svolgerà presso CAVA ristrorante bistrot,
uno dei locali più caratteristici della piazza, , con
Lettura di poesie e saluto di Anna Manna e Vera Ambra.
Dopo il momento conviviale, caratteristico di Spoleto,
l’Aperitivo dell’ora di pranzo, gli organizzatori lasceranno
liberi i poeti di visitare il centro della splendida città.
Una passeggiata, anche fotografica, almeno fino a piazza
del Duomo. Ne vale la pena!
Nel primo pomeriggio alle ore 15,30 l’EVENTO si sposta
nel vicino e famoso HOTEL DEI DUCHI, luogo di grande stile
e di grande storia, centro pulsante del Festival dei due
Mondi da sempre.
Si aprirà così la Presentazione vera a propria dell’antologia
con interventi e lettura delle poesie fino al momento
centrale della manifestazione. Anna Manna e Vera Ambra
annunceranno il lancio del Premio Letterario Nazionale
“IL POETA EBBRO”.
IL
PREMIO “IL POETA EBBRO”
E’
un Premio multidisciplinare che abbraccia varie espressioni
letterarie.
Consta pertanto di molte Sezioni sia per l’EDITO sia per
l’INEDITO.
Le sezioni del Premio:
-
POESIA a tema sulla metafora del vino
- Narrativa a tema libero
- Giornalismo a tema libero
- Saggistica a tema libero,
- Letteratura per l’Infanzia a tema libero.
La
Giuria si presenta con due grandi Presidenti di Giuria:
NERIA DE GIOVANNI per tutto l'edito (poesia, saggistica,
narrativa, letteratura per l'infanzia, giornalismo)
MARIO NARDUCCI) per tutto l'inedito (poesia, saggistica,
narrativa, letteratura per l'infanzia, giornalismo)
La Giuria per tutte le sezioni: Angela Ambrosini, Anita
Napolitano, Anna Manna, Antonella Pagano, AugustaRomoli,
Clara Di Stefano, Sandro Costanzi, Tiziana Marini, Vera
Ambra.
FINALITA’
PEDAGOGICHE ED EDUCATIVE DEL PROGETTO
Per
educare non si deve negare il piacere ma circoscriverlo
in un percorso di consapevolezza. Questo il concetto cardine
che sostiene il progetto culturale della scrittrice Anna
Manna avviato per AKKUARIA con l’Editore Vera Ambra.
Assistiamo a stragi di giovani vite spezzate dalla cultura
dello Sballo! E l’intellettuale di oggi non può rimanere
sulla torre d’avorio della distanza dai problemi della
vita delle nuove generazioni.
Il futuro porterà anche l’impronta delle proposte o del
silenzio degli intellettuali, che debbono uscire dal Grande
Silenzio, come lo ha definito magistralmente Asor Rosa.
Evidente la grande indifferenza verso i giovani. Il problema
giovanile è, dopo il peso enorme di un futuro senza lavoro
e senza prospettive, anche la cultura nella quale sguazzano
molti dei loro conflitti, delle loro inquietudini.
La cultura dello sballo li porta all’evasione totale dalla
vita in uno stordimento che li annienta. Il piacere deve
far parte della vita, deve generare vita, potenziare l’individuo
non annientarlo.
Con l’autunno 2017 da un’idea della poetessa Anna Manna,
nasce l’antologia “Ebbrezze di Versi, Sospiro Di…Vino”
.
L’antologia è il primo libro pubblicato nell’ambito del
progetto “Ebbrezze”, un progetto editoriale e letterario
di educazione alla conoscenza delle eccellenze italiane,
dalla volontà di fare cultura divertendo, dall’impegno
di diffondere la poesia attraverso gli aspetti quotidiani
della vita. Ma soprattutto riuscire a delimitare le proposte
della società odierna improntate allo sfrenato desiderio
di attuare qualsiasi desiderio, vero o manipolato, anche
senza rendersi conto delle conseguenze. Il giovane sembra
essere soltanto un ricevitore di messaggi pubblicitari,
di spinte alla droga dei pensieri -e non solo- per un
abbandono totale al Vuoto!
È nata così questa ANTOLOGIA DEDICATA ALLE VIRTU’ DELL’UVA
ITALIANA, AL BRINDISI, AL NETTARE CHE L’UVA ITALIANA CI
DONA.
Alessandro
Clementi
Responsabile della comunicazione del Premio
340/0980369


Neria
De Giovanni e Anna Manna, Corrado Calabrò, logo del premio
Le rosse pergamene del nuovo umanesimo
La
lunga primavera culturale del Premio “Le rosse pergamene
del Nuovo Umanesimo”
Roma 5 giugno 2018 ore 16.00 Cerimonia di Premiazione
presso
la Sala Igea della ENCICLOPEDIA ITALIANA TRECCANI
Si
avvia a conclusione la lunga PRIMAVERA CULTURALE del PREMIO
LETTERARIO "LE ROSSE PERGAMENE DEL NUOVO UMANESIMO",
il premio che si articola in due eventi aorganizzati dalla
fondatrice, la poetessa e scrittrice Anna Manna, a breve
distanza l'uno dall'altro ed in due sedi diverse.
La Kermesse di poeti ed artisti d'amore, iniziata il 15
maggio con il primo evento svoltosi presso il Centro di
documentazione europea SPINELLI alla Sapienza Università
di Roma, si concluderà con l'EVENTO del 5 giugno nella
prestigiosa Sala IGEA DELLA ENCICLOPEDIA ITALIANA TRECCANI.
Le elaborate votazioni delle giurie hanno portato alla
vittoria nomi molto interessanti del panorama culturale
italiano nell'affermazione di uno stile di giudizio fondato
sui valori di un Nuovo Umanesimo rinnovato alla luce delle
moderne istanze culturali e nel rispetto e amore della
tradizione. Splendida protagonista del pomeriggio sarà
la sezione POESIA riservata alla regione Calabria, in
onore del Presidente di Giuria Corrado Calabrò di origini
calabresi.
Vincitrice assoluta per laSilloge ineditadedicata ed ispirata
alla Calabria è GRAZIA GRECO con le sue bellissime poesie.
La poesia singola accenderà una gara in diretta tra i
cinque finalisti: Maria Buongiorno, Grazia Greco, Giuseppe
Nasca, Anna Maria Stefanini e Paolo Tulelli. Madrina della
poesia d'amore per tutte le sezioni del premio è la potessa
Fabia Baldi.
Momento
centrale della Manifestazione l'assegnazione della PERGAMENA
DEL NUOVO UMANESIMO 2018 ad ANTONIO CASU.
IL PREMIO "LA PERGAMENA DEL NUOVO UMANESIMO 2018",
assegnato a Giurie riuntite con la presidenza di CORRADO
CALABRO', è un nome di studioso molto noto e stimato:
ANTONIO CASU, saggista, scrittore, bibliotecario di altissimo
profilo.
Durante
questo secondo evento saranno presentati anche i vincitori
della Sezione MANIFESTO DELLE DONNE PER L’EDUCAZIONE AL
SENTIMENTO con la presidenza di giuria di NERIA DE GIOVANNI,
presidente AICL.
Madrina di questa importante sezione Annamaria Torroncelli.
E tanto sentimento e tanta poesia sarà presente il 5 giugno
con la vittoria di Davide Rocco Colacrai poeta pluripremato
nonostante la sua giovane età che ha dedicato alle donne
un intero libro di poesie "Istantanee donna".
Uno squarcio sull'universo dell'animo femminile portato
avanti con grande maestria poetica. Neria De Giovanni,
presidente di giuria per il MANIFESTO DELLE DONNE LETTERATE,
porterà il suo commento sulla problematica femminile che
oggi tocca aspetti drammatici con l'espandersi del fenomeno
del FEMMINICIDIO.
Premio alla Cultura per Francesco Dosi che ha raccolto
l'eredità culturale del padre Giancarlo Dosi scomparso
lo scorso anno. Il progetto di divulgazione scientifica
avviato dal padre con il Premio di divulgazione scientifica
al CNR è stato ripreso da Francesco con grande slancio
anche avviando un dialogo Arte e Scienza che pone il progetto
in un ambito di grande attualità culturale.
Il fisico prof. Campanella ricorderà brevemente la figura
di Giancarlo Dosi.
Come esempio di "Vita come impegno culturale e didattico"
sarà premiata Gabriella Nardacci. Didattica , narrativa,
poesia la signora Nardacci ha sperimentato al sua impostazione
umanistica soprattutto rivolgendo la sua attenzione all'educazione
dei giovani e delle donne.
Per la sezione Poesia e Pittura ci sarà una sorpresa che
sarà svelata soltanto durante la manifestazione.
La peculiare struttura ed organizzazione del Premio, che
si svolge in due tempi durante la primavera romana, si
avvia a diventare la struttura portante della vita culturale
a Roma prima del Premio Strega, quasi l’annuncio, dell’appuntamento
più importante della stagione dei premi letterari italiani.
Una via lastricata di poesia prima di gustare il romanzo
dell’anno!
Le numerose sezioni del Premio , le giurie che si alternano
nelle votazioni, la grande partecipazione spontanea dei
poeti, il pubblico sempre interessato e partecipe, l'eco
raccolto a vasto raggio nei blog sul web, evidenziano
l'innegabile espandersi di questa iniziativa culturale
di ampio respiro che proprio il 5 giugbno annuncerà il
nuovo progetto: VACANZE IN ITALIA un premio letterario
internazionaleriservato ai turisti che gioiranno della
bella Italia, descrivendola in versi. Il Premio si prepara
ad avere giurie internazionali -molte sono già composte-
e siamo ormai alla meta che la poetessa e scrittrice Anna
Manna ha da sempre indicato: la volontà di costruire un
FESTIVAL DELLA POESIA in Italia che sappia dialogare con
altre culture ed altri paesi.

COMUNICATO
STAMPA

LE
PERGAMENE DEL NUOVO UMANESIMO ANNUNCIANO UN NUOVO LINGUAGGIO!
Il mondo ha bisogno di trovare un Nuovo Linguaggio
che sappia dare una lettura della realtà diversa, profonda
Un
linguaggio che porti un’ analisi ed una sintesi di livello
“altro ed alto“. Se un premio letterario è capace di fare
questa lettura della realtà , superando il meschino, il
crudele, l’aspetto bestiale, il raggiro, l’intrallazzo,
il compiacimento nella descrizione dell' orrido, come
sistema di scambio culturale, ebbene quel piccolo evento
letterario portrà portare un vento nuovo d’amore nella
cultura e nella società. Un messaggio che sia sintesi
poetica di un’analisi della cultura del nostro tempo per
migliorarla, coltivarla negli aspetti positivi. Un soffio
che possa renderci protagonisti di una novità: la cultura
dell’amore come espressione non di un sentimentalismo
trito ed inutile, ma approccio al reale attraverso la
lente dell’amore a tutto tondo. L’amore per la cultura,
per l’addestramento alla gestione della vita propria e
degli altri con comprensione, con intelligenza, con competenza.
La competenza dell’amore che possa superare l’emozione
e cogliere il senso ultimo del messagio di armonia da
dare al mondo, per rinnovarlo, pulirlo dalle brutture
che lo hanno invaso.”
Queste le linee di comportamento culturale che da più
di quindici anni la presidente fondatrice del Premio “LE
ROSSE PERGAMENE DEL NUOVO UMANESIMO” Anna Manna porta
avanti.
Ogni anno a primavera, in due Eventi distinti a breve
distanza di realizzazione, si rinnova a Roma la KERMESSE
di poeti d’amore del Premio Le rosse pergamene.
Il
primo evento del 2018 si svolgerà al Centro di Documentazione
Europea A. Spinelli, più volte prestigiosa cornice del
Premio che ospita da molti anni, il 15 maggio alle ore
16.00.
Anna
Manna e Angelo Ariemma, per il Centro Spinelli, accoglieranno
i premiati delle molte ed interessanti sezioni del Premio
nella Facoltà di Economia e commercio – Sapienza Università
di Roma in via Del Castro Laurenziano 9 al piano terra
dove è situato il Centro di documentazione europea Spinelli.
La Giuria del Premio è di altissimo livello. Il poeta
Corrado Calabrò, nome famoso a livello mondiale, è il
prestigioso Presidente della Giuria per la sezione Europa
e cultura - Eccellenze italiane. Neria De Giovanni, presidente
dell’Associazione Internazionale dei Critici Letterari,
è la presidente di giuria della Sezione Italia Mia che
nel 2018 porterà una grande novità organizzativa nel secondo
incontro a giugno.
Al tavolo della giuria siedono poeti affermati e di grande
richiamo: Daniela Fabrizi, memoria storica del Premio
che ha seguito dalla nascita, Jole Chessa Olivares poetessa
di vasto respiro culturale, Fabia Baldi Madrina del Premio,
raffinata e delicatissima poetessa dell’amore, Antonella
Pagano che porta il saluto di Matera capitale della cultura
2019, Anita Tiziana Laura Napolitano molto nota a Roma
per le sue doti di organizzatrice culturale, Tiziana Marini
e la carezza poetica della sua dolcezza e certamante Anna
Manna fondatrice e Presidente di questa grande famigia
di poeti d’amore. Nomi che hanno grande seguito nella
vita culturale romana e non solo. La Sezione della poesia
d’amore ha quest’anno come tema la città di Roma e la
regione della Calabria. Amare Roma, amare a Roma per un
invito poetico a raccontare le bellezze di Roma ed il
suo nome nella storia ma anche racconti emozioni e vibrazioni
di amori vissuti a Roma.
Il 15 maggio sarà pertanto una festa per la poesia dedicata
a Roma mentre a giugno si svolgerà la seconda parte del
Premio dedicata alla Calabria in onore del poeta Corrado
Calabrò presidente della giuria per le Eccellenze italiane
e per la sezione Europa e cultura, lanciata da Anna Manna
nella Sala delle Bandiere della sede del Parlamento europeo
a Roma nel 2014.
La ricerca della parola, la ricerca di un nuovo linguaggio
caratterizzerà questa edizione 2018 del Premio in una
impostazione che vuole diventare indicazione di un percorso,
programma culturale e messaggio per i partecipanti che
giungono numerosi da tutta Italia. Al di là del linguaggio
giornalistico che si propone a volte in modo morboso di
raccontare la realtà anche nei suoi aspetti più crudi
e meschini, oggi la cultura dovrebbe potenziare l’espressione
artistica che sappia descrivere i sensi ed i significati
profondi delle movenze dell’anima, le spinte profonde
della azioni umane alla ricerca di una verità dell’arte
che sappia raccontarci la vita. Uno spartito musicale
che conosce il ritmo moderno, le sperimentazioni più ardite,
i modelli classici, la tradizione della poesia, per un
dialogo tra ieri e oggi, tra il nuovo e l’antico.
Saranno
presenti al premio come parterciapnti e premiati come
ogni anno poeti famosi e poeti sconosciuti, giovanissimi
poeti in erba e proposte classiche, ardite sperimentazioni
poetiche e dialoghi tra discilpline diverse.
Chiudiamo con un commento al premio da parte della poetessa
Anna Manna:
“Un premio letterario è innanzi tutto una lunga storia
di incontri, daloghi, contrasti, polemiche e tanto altro
ancora. E’ il racconto di uno spaccato di vita culturale…
è il razzo lanciato verso il futuro per colpire le stelle
e smaschrarle. Quelle stelle che ci sembrano vere ed invece
sono morte, finite.
Ma anche, al contrario, smascherare il buio per scovare
la luce dove sembra che sia morta, che non ci sia più.
Questa è sana follia d’amore che genera nuove parole,
un nuovo linguaggio per riconoscerci nei sentimenti di
sempre. Per non sparire nel nulla, per non degradare,
per non svaporare in discorsi senza senso… per ritrovare
la gioia di vivere.”
Alessandro
Clementi
Responsabile della comunicazione per il Premio “Le rosse
pergamene del Nuovo Umanesimo”
340/0980369



CARO
MINISTRO FRANCESCHINI
Ti
scrivo, insieme ai miei amici poeti, per il piacere di
dirti che questa nuova campagna del MIBACT sul Cibo italiano
e l’Arte ci piace molto!
Evviva il 2018 anno del cibo italiano!
Evviva tutti questi bellissimi dipinti conservati nei
musei italiani che, grazie alla vostra modernissima campagna
culturale, troveranno nuovi ammiratori, anche tra persone
che magari non hanno mai visitato un museo!

Siete
riusciti a scovare il linguaggio dei giovani più immediato
e vissuto in questi anni di distanza della gioventù dal
mondo dell’Arte!
Adesso è cominciata questa bella avventura dei selfie nei
Musei davanti ai quadri che rappresentano l’artistica avanzata
del cibo sui sensi!!
Mi sono immersa un pochino nel futuro prossimo venturo:
ho immaginato i miei cuginetti, i miei nipotini, le mie
amiche tutte con il bastone dei selfie in mano come a brandire
la vittoria della allegria quotidiana con la seriosa faccia
dell’Arte con la A maiuscola.
E sapete cosa ho provato? Tenerezza.
Perché finalmente erano abbatutute le barriere tra quello
che piace ai giovani e quello che piace ai nonni, tra quello
che piace ai professori e quello che piace agli alunni.
Azzerate le distanze generazionali questo esercito di selfisti
dell’Arte avanza nei luoghi dell’Arte vera! E resta sbalordito
a scoprire quanto è bella l’Arte italiana, quanto è spettacolare
ritrarsi davanti a quadri famosi, quanto erano bravi i nostri
pittori a ridipingere la vita ed il sapore della vita in
quielle imamgini così vive e vere da sembrare reali.
Un'intuizione fantastica questa del MIBACT di Dario Franceschini.
Mi ricorda la geniale intuizione di Carla Fendi nel 2016
alla Chiesa degli artisti a Roma quando per la Rassegna
“Liturgia ed Arte” la Fondazione Carla Fendi presentò il
Racconto di Natale .
A Roma nella Chiesa degli Artisti nel dicembre 2016 la FONDAZIONE
CARLA FENDI ha presentato “RACCONTO DI NATALE”, Presepe
fotografico nelle immagini di Fiorenzo Niccoli
con la supervisione di Piero Tosi e la
partecipazione degli Allievi del Centro sperimentale
di cinematografia.
Mettere insieme i giovani allievi e le Eccellenze della
cultura!
Ecco è forse la chiave per per il futuro.
Questa danza tra generazioni è il nuovo percorso, la nuova
strada, l’indicazione giusta. Allievo e maestro, cultura
ed immediatezza, giovinezza e esperienza.
Il risultato del presepe fotografico dal sapore felliniano
fu in quel Natale del 2016 un incredibile successo.
Moltissimi i visitatori e molti gli apprezzamenti.
Oggi
questa passeggiata nei Musei di giovani ed anziani, alunni
e professori alla ricerca del selfie giusto con il quadro
dietro le spalle forse può essere un evento di vago sapore
felliniano!
Questo esercito di innamorati del selfie che riscopre l’arte
vera, una combriccola di buontemponni che alla fine si confronta
con il valore dell’Arte, intenerisce, ci spinge alla silenziosa
contemplazione di un piccolo miracolo! Come la celeste melodia
che scaturiva nel Racconto di Natale proposto nella Chiesa
degli artistiti dalla Fondazione Carla Fendi .
Una melodia scaturita da una compagnia di saltimbanchi,
di guitti, di uomini di tutti i giorni che diventavano angeli,
testimoni del divino.
Così ci piace pensare che sia il Miracolo moderno.
Una lunga processione di gente comune, di uomini avvinti
e sospinti da emozioni semplici e quotidiane che alla fine
si trova a contatto con l’Arte e s’innalza fino alla Melodia
celeste.
Grazie Ministro Franceschini!
Questo 2018 anno del Cibo Italiano dal sapore avvincente
inizia una come una incredibile avventura: partirà dalle
comitive con macchinette e telefonini alla ricerca del selfie
giusto ed approderà all’ARTE!
Giovani e anziani, professori ed analfabeti, allievi ed
Eccellenze della cultura, occhi di ragazzi di oggi e sguardi
dei pittori di ieri che s’incrociano!
Tutti insieme in un meraviglioso selfie di speranza e coraggio
di rompere gli schemi di sempre!
Anna
Manna

LA
CARICA DELLE POETE PER LA CIVILTA’
di Anna Manna
A
Roma Plinio Perilli presenta l’antologia poetica al femminile
di Anna Maria Giancarli

Il
16 Settembre è stata presentata a Roma, alle ore 17:30,
presso il Teatro di Porta Portese (Via
Portuense, 102), con una relazione del critico e poeta Plinio
Perilli, l’Antologia poetica al femminile "Lingua
di terra e di luna" (Robin editore),
curata da Anna Maria Giancarli.
La curatrice è poetessa nota e pluripremiata, apprezzata
anche all’estero, nota anche per il taglio modernissimo
delle sue ricerche in poesia, perla nella ghirlanda delle
poetesse italiane e organizzatrice instancabile di manifestazioni
poetiche di alto livello nella sua adorata città L’Aquila.
Dunque se scende in campo con una antologia al femminile
l’intento è sicuramente all’altezza della sua personalità.
Poetessa presente anche lei tra le 42 voci del libro ha
deciso d iniziare questo viaggio nelle poetiche e nelle
lune , nella terra e nei cuori delle donne per affermare
una sua verità civile oltre che poetica. Così la Giancarli
nella bella introduzione al libro:
"Nel nostro paese, di fronte alle derive di un
sistema linguistico decisamente banale ed omologato, che
troppo spesso degenera attraverso l’uso inquinato dei mezzi
di comunicazione e dei social, usati talvolta in modo ossessivo
ed acritico, la poesia rimane il sismografo in allerta di
un’esperienza verbale che non smette mai di cercare un dialogo
con noi stessi/stesse e col mondo, mediante la significazione
delle parole dialogiche per definizione.
La melassa comunicativa si diffonde e confonde il pensiero,
oscurando la logica e la verità. A questa realtà non si
può che opporre una resistenza intellettuale, seppur marginale,
considerata la condizione in cui versa la produzione poetica,
sconosciuta ai più.
A mio avviso, la poesia, con la sua assunzione di responsabilità
nei confronti della parola, con la sua testimonianza di
polisensi, rappresenta un’officina di riflessioni, di scavo
interiore, di sguardi sociali che costituiscono l’antidoto
alla rassegnazione, alla mediocrità culturale odierna, allo
scempio della lingua che NOMINA la vita in tutta la sua
misteriosa complessità, plasmando la nostra identità personale
e collettiva.
In questa ottica ho voluto mettere insieme, in sintonia,
in questa antologia, la produzione poetica delle autrici
che ringrazio per la condivisione, convinta che la creatività
femminile, liberata dopo secoli di esclusione e di emarginazione
(come in anticipo, tra tante altre, affermava Virginia Woolf)
possa offrire nuovi germi di ricchezza espressiva, connotata
dalla “differenza” e da un modo di vedere e di sentire “altro”.
Sono, altresì, consapevole che esista, nonostante l’indifferenza
della critica militante, una innovativa e incisiva linea
poetica femminile, dotata di una sicura energia formale
e di alta qualità.”
All’insegna della qualità, dell’affermazione dei valori
della poesia vissuta con impegno e serietà, Anna Maria scandaglia
il mondo poetico delle donne, invitando la voce e la lingua
delle poete a dare il meglio, ad osare il nuovo, a delineare
un vissuto della psiche , dell’anima, della storia feminile
ai nostri giorni.
Continua nell’introduzioneAnna Maria Giancarli: ”Le
nostre poete giocano a tutto campo con prospettive linguistiche
ulteriori, giungendo ad esiti che sfiorano differenti orizzonti
stilistici, per accendere in ogni caso contatti umani, per
contaminare le certezze, per attivare strade metaforiche,
anche spiazzanti, per indicarci scenari inconsueti, per
analizzare le tante verità scomode rimosse dalle nostre
coscienze, oggi eticamente vilipese.”
Un progetto ambizioso dunque e non poteca essere altrimenti.
Mario Lunetta ha sempre indicato in Anna Maria una personalità
di grande impegno poetico nel panorama culturale italiano
e, sono sicura, sarebbe stato contento di questa ultima
fatica letteraria di Anna Maria.
Quando la cara amica Anna Maria Giancarli mi chiese due
poesie per un’antologia non pensai a dire la verità che
si trattasse di un progetto così di vasto respiro. Così
senza troppo pensarci scelsi due poesie forse lontane dal
mio poetare di quel momento. Ero infatti presa dal progetto
poetico vissuto con Daniela Fabrizi sui migranti. Così mi
lasciai incantare da due mie poesie sensuali, un sentire
diverso e lontano dalla poesia angosciante delle morti per
mare. Lo dissi ad Anna Maria, quasi chiedendo scusa. Ma
lei mi sorprese con una nota di assenso immediata e totale:
”Osa, fai bene, se è questo che senti in questo momento.
Apri nuovi varchi, percorsi intriganti, la mente sta scavando
verso altri mari... Abbandona l’angoscia di questo momento
storico e cerca nuove nuove direzioni!”
Ecco l’ammirai molto per questa capacità, onestà, solidarietà.
Anna Maria è tutto questo e tanto altro ancora ma in quel
momento soprattutto la sentii maestra e sorella, poeta e
critica. Mi rimase facile così inviarle le due poesie che
danno ragione a chi mi chiama la poetessa del Bosco Sacro.
Un po’ perché le ho scritte proprio mentre ero al Bosco
Sacro a Monteluco sopra Spoleto.
Un po perché il concetto di Bosco Sacro, il bosco sacro
dedicato agli dei pagani a Monteluco, coinvolge la sacralità
dei sensi e della psiche, la religiosità della carne e della
mente. Una spiritualità che scaturisce dal contatto terrestre.
Poi mi sono accorta che tutte noi siamo presenti nell’antologia
con il cuore, la mente, la carne, la psiche. Una poesia
a tutto tondo, mai una poesia da scrivania e basta. Come,
viceversa, mai una poesia della realtà e basta.
Il sogno s’adombra nei versi per l’affacciarsi della realtà,
come la realtà si sublima per l’avvicendarsi dei sogni.
Intesi non in senso classico ma con una venatura dal taglio
moderno che li rende veloci cavalli da traino. Verso la
civiltà, verso l’affermazione della voce e della lingua
delle donne. Verso la “sincerità elegante” che il messaggio
femminile forse ancora deve dare in pieno.
Svincolata dalle ciacole poetiche, la lingua della poesia
con Anna Maria Giancarli ridisegna la capacità della donna
nell’intuizione di una vita e di una società fondata sui
valori del confronto, dello scambio letterario, della civiltà.
Mi piace concludere con una frase che Anna Maria ha messo
nell’apertura del libro:
“La poesia sta dentro e fuori il reale [...]
Sa e si rivela a chi l’ama [...]”
Le
poetesse presenti nell’antologia sono:
Silvana Baroni
Gladys Basagoitia Dazza
Franca Battista
Maddalena Bergamin
Mariella Bettarini
Elisa Biagini
Tomaso Binga
Donatella Bisutti
Maria Teresa Carbone
Alessandra Carnaroli
Anna Cascella Luciani
Laura Cingolani
Federica D’Amato
Alessia D’Artino
Sara Davidovics
Nicoletta Di Gregorio
Rita El Khayat
Anna Maria Farabbi
Francesca Farina
Biancamaria Frabotta
Giancarla Frare
Anna Maria Giancarli
Milly Graffi
Anila Hanxhari
Claudia Iandolo
Maria Jatosti
Bibiana La Rovere
Anna Manna
Nina Maroccolo
Monica Martinelli
Donatella Mei
Klaus Miser
Giulia Niccolai
Cetta Petrollo
Anna Maria Petrova
Gilda Policastro
Jonida Prifti
Lidia Riviello
Franca Rovigatti
Lisabetta Serra
Stevka Šmitran
Marcia Theophilo
Sara Ventroni



Rassegna
stampa nel web:
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Lettera
aperta
di Alessandro Clementi
alla presidente del Premio Le rosse pergamene
Anna Manna
Ho
letto l’annuncio ufficiale che hai pubblicato su Facebook
il 19 luglio circa la definitiva chiusura del Premio “Le
rosse pergamene”. (vedi annuncio)
Come
Responsabile della comunicazione del Premio sento il bisogno
di scriverti questa breve lettera aperta, che forse ti sorprenderà,
ma forse la stai inconsciamente aspettando.
Comincerò
allora con una domanda:
“Mamma
come puoi pensare di fermare il fiotto dell’inchiostro
rosso dei poeti che raccontano l’amore?”
Sono
un fiume lunghisimo che scorre tra le vene del mondo, che
unisce le razze ed i popoli, che supera barriere e limiti,
che scalda la terra, che scioglie i ghiacciai del mondo!
Ma
veramente pensi che Le Rosse Pergamene sono soltanto tue?
Pensavi
che raccontare l’Amore fosse un bel gioco?
Un
momento d’allegria, una festa?
Non
ricordi più la breve e fulminante prefazione di Elio
Fiore al tuo piccolo rosso libro, palpitante di vita?
"Fratelli,
a un tempo stesso, Amore e Morte
ingenerò la sorte.
Cose quaggiù sì belle altre il mondo non ha,
non han le stelle"
da "Amore e Morte" di O. Leopardi
Ed
ora fuggi perchè il cuore sanguina, perchè
la speranza si è nascosta, perchè il tuo canto
d’amore in questa stagione della vita è una
nenia tristissima?
Ma
come hai potuto credere che fosse soltanto tua questa scia
di rosso che trapassava le amicizie, le conoscenze, la più
belle sale di Roma, i più bei versi dei poeti contemporanei,
che univa le eccellenze poetiche e gli sconosciuti!
Che
faceva sbocciare l’applauso del cuore e la gloria
dolce ed effimera della medaglia, la tristezza delle penne
che cantavano gli amori tristi, la gioia di chi raccontava
la realizzazione di un sogno?
E
pensi che ti è concesso lasciarci soli, tutti noi
che abbiamo creduto, tutti noi che ti abbiamo seguito, noi
soli , distanti anni luce gli uni dagli altri, per età,
stato sociale, stagioni della vita, eppure partecipi con
lo stesso slancio alla tua sinfonia per l’Amore?
Il
concerto non può finire perchè piangi, anzi
le tue lacrime debbono diventare nuova musica, i
singhiozzi lo strumento più veritiero.
Non
puoi dirmi “... scusa Alessandro mi sono sbagliata.”
Questo sarebbe uno sbaglio!
Perché
può seccarsi la tua penna, può sbagliare il
mio computer, può scomparire un amico, può
deluderti un’amica, può avanzare la morte sui
sogni di noi poveri mortali, ma quando sei nato non puoi
più nasconderti. Me lo diceva sempre Mauro Milesi
quando ad Ostia, mille estati fa, da Peppino a mare ci ritrovavamo
a pranzo con Elio Fiore.
Ti
ricordi?
Elio
Fiore chissà come ti biasima da lassù, penserà
che non eri all’altezza di quel compito così
difficile : raccontare al mondo l’amore!
Eppure
lui aveva creduto in te, lui un grandissimo poeta!
E
ti aveva donato quella prefazione scritta a Recanti! Ti
stava dando il testimone, ti affidava un compito! La vita
di quegli anni ti aveva affidato un compito!
Mi
intendi Mamma?
Vuoi
lasciarmi solo con questa pergamena ingiallita ed inutile
tra le mani?
Tra
i sorrisi spenti degli amici chre hanno creduto in te?
Le
favole del dolore, come scrive Annamaria Torroncelli, sono
così vicine a tutti noi, ogni giorno, in ogni paese.
Rimettiti
in cammino, rimettici in cammino, è possibile che
il dolore possa cangiarsi in un sole troppo forte che ha
accartocciato le rosse pergamene. Diventare un fuoco che
non distrugge ma riscalda. Ora le pergamene sono prigioniere
di una sconfitta, di una perdita, di una morte.
Ma a poco a poco liberale dal peso del tuo dolore personale,
falle volare di nuovo!
Ti ricordi a primavera Antonella Pagano ha portato le rondini?
Ecco adesso queste povere carte ingiallite hanno bisogno
di loro.
Falle volare di nuovo con le rondini!
Alessandro
Clementi
Responsabile della comunicazione per il Premio Le rosse
pergamene

MICHAEL
NYMAN
divampa alla 60°edizione del FESTIVAL dei 2 MONDI
A Giorgio Ferrara il Premio Fondazione Carla Fendi
Ad
un certo punto mi sono sentita quella musica e niente altro!
Una follia musicale che mi prendeva i capelli e mi spingeva
sempre più in alto nei meandri della discordia, della disarmonia
, della irrequietezza con l'incedere di un esercito di note
tutte in fila eppure discordanti, tutte precise eppure di
una arruffata imprecisione, tutte esatte eppure ululanti
l'imperfetto vivere in questa società impazzita. L' evento
principale di questa sesta edizione del Festival dei 2 Mondi
è stato proprio l'appuntamento musicale del Premio Fondazione
CarlaFendi.
In questa edizione l'evento si è svilupapto secondo una
visuale particolarissima. Il nome del premiato è stata una
sorpresa tirata fino all'ultimo con maestria che poi morbidamente
si è dipanata nel nome di Giorgio Ferrara. Il direttore
artistico del Festival di Spoleto riconfermato per altri
tre anni, ha virato nel suo saluto accorato verso la tenerezza
del ricordo di Carla Fendi, recentemente scomparsa. E si
è conclusa la mattinata, di alto profilo culturale, con
l'applauso commosso di tutti per l'impegno di Ferrara e
per il ricordo di mesi di lavoro con Carla Fendi per la
preparazioen di questo premio che vuol essere l'Omaggio
al festival ritrovato, al Festival rinnovato, al Festival
che vibra ad ogni edizione con maggiore intensità.
Ma prima del momento celebrativo, del ricordo della grande
assente Carla Fendi, sul palcoscenico hanno trovato spazio
saluti raffinati, le parole preziose di Umberto Orsini,
gran signore del teatro italiano, e poi... la valanga indimenticabile
della musica.
Una musica che sembrava scaturire dal dolore di tutti per
la perdita della grandissima Carla Fendi, dallo sgomento
, dall'inquietudine dell'umanità di fronte al mistero della
morte.
Non mi era mai capitato di identificarmi completamente con
una musica, con i musicisti. Splendida la violinista con
i suoi capelli sciolti sulle spalle che sembravano danzare
quelle note forti e vibranti, baratri di angoscia e abissi
di incertezze, disarmonie viventi e sprazzi di inaudita
dolcezza! Non mi era mai capitato di sentirmi danza, furore
musicale, stridore di anime e spartiti di vita lanciati
in aria come aspettando la risposta definitiva al perchè
della Vita e dell'Umana Avventura! In quel piccolo delizioso
teatro sulla piazza del Duomo, gioiello di Spoleto e del
Mondo intero, ho provato l'dentificazione totale tra il
messaggio della musica e lo spettatore.
Miracolo artistico di difficilissima espansione!
E' il volo dell'Arte quando l'Arte viene maneggiata da eccelsi.
Ed eccelso è il compositore musicista, artefice di questi
miracoli musicali. L'immaginifico racconto artistico con
tramatura sonora affidata a MICHAEL NYMAN, massimo esponenete
della musica contemporanea, è stato eseguito con passione
e grande esperienza dalla Michael Nyman Band.
E' stato secondo me il momento centrale dell'intero Festival.
Questo meraviglioso compositore, attraverso le musiche di
film famosi, racconta, dispiega, sintetizza, la musica dell'era
moderna. Agguanta le melodie, le scardina, le ispeziona
come un chirurgo, le sbatte in faccia al teatro che frantuma
davanti alla sua arte!
In quel piccolo teatro, raffinatissimo, ho sentito l'ululato
dell'uomo attraverso i secoli, i gemiti dei suoi contorcimenti,
le inquiete stonate note del suo mal di vivere, l'urlo di
sempre: Perché!
Forse per la prima volta ho capito la potenza della Musica.
Un potere smisurato che salta ogni bisbiglio, ogni tentennamento,
ogni percorso secondario e trafigge direttamante il cervello,
lo spappola fino a donare l'emozione ardente al cuore.
Ad un certo punto ho svuto paura che il mio cuore prendesse
fuoco, che si spaccasse, ed allora, meraviglioso mago dell'emozione,
il musicista ci ha donato il balsamo di un ritmo morbido,
di una ritrovata armonia, di una resurezzione insperata!
Non dimenticherò questa edizione del Festival, non dimenticherò
la violinista con i capelli sciolti che al centro del palcoscenico
in mezzo ai suoi compagni di questa meravigliosa avventura
musicale, ci ha raccontato l'angoscia del vivere, il disperato
misurarsi dell'uomo con il mistero della morte.
Non era facile essere sul palcoscenico del Premio Fondazione
CARLA FENDI, dopo la scomparsa di chi quella Fondazione
ha creato e voluto con amore ed intelligenza. Ma Michael
NYMAN ha interpretato il momento con una maestria degna
di un Festival mondiale, con una bravura oscurata soltanto
dalla sua ineguagliabile passione artistica.
Anna
Manna

PREMIO
LE ROSSE PERGAMENE AVVISO UFFICIALE E DEFINITIVO

Con
la vivace edizione del 2017 al Centro di Documentazione
Europea di Sapienza Università di Roma si conclude
l'avventura di questo bellissimo Premio che ci ha donato
gioia ed allegria per più di 15 anni!
Ma ora il mio cuore è diverso, non potrei più
continuare a raccontarvi le favole dell'amore!
Il tempo purtroppo è cambiato ed è cambiato
repentinamente il mio mondo, il mio cuore, lo stile del
mio impegno che continuerà ma secondo visuali, progetti
e circostanze diverse.
Ringrazio tutti i premiati, tutti i partecipanti, il pubblico,
la carissima Giuria del Premio.
Sono stati anni ricchi di soddisfazioni. Ma ora la stagione
è cambiata.
Le favole delle mille ed una notte sono state raccontate
tutte. Non è più tempo di favole! Ed io non
sono più capace di raccontarle.
E' stato bellissimo!
Vi abbraccio con tanta simpatia!
CIAO
ANNA MANNA

CONVEGNO
I GIOVANI E L’EUROPA: UNA SIMBIOSI NECESSARIA
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PROGETTO
LE ROSSE PERGAMENE DEL NUOVO UMANESIMO
Anna
Manna ha piacere d’invitare la S.V.
all’EVENTO ESTIVO 2017
INVITO
6 giugno ore 16,00

clicca
qui


Premio
"Le rosse pergamene del Nuovo Umanesimo 2017"
clicca qui

COMUNICATO
STAMPA
di Alessandro Clementi responsabile comunicazione Anna Manna
L’8 MARZO
AL “GRANO ANTICO”
con MIMOSE, POESIA e CRISTINA DI SVEZIA
L’8
marzo al GRANO ANTICO a Roma , in via Reggio Emilia 10, si
festeggia la Festa della donna in poesia.
Si svolgerà infatti un Recital di poesie con le poetesse FABIA
BALDI, JOLE CHESSA OLIVARES, ANNA MANNA.

Jole
Chessa Olivares è molto nota agli amici del Portale letterario
grazie al suo ultimo libro “Nel finito mai finito” edito da
Nemapress. Fausta Genziana Le Piane ha scritto a proposito
della poetessa: “Cosa cerca Iole? Cerca la vita, con le sue
gioie e i suoi dolori, nella sua interezza, nei trapassi di
luce / nel ballo delle ombre .” Accanto alla poetessa della
vita Jole Chessa Olivares ci sarà la poetessa dei sentimenti
più intimistici Fabia Baldi. E tra loro Anna Manna la poetessa
delle rosse pergamene , libro e notissimo Premio letterario
da lei fondato più di dieci anni or sono. Le rosse pergamene
come lettere scritte al mondo della poesia per raccontare
l’amore in tutte le sue manifestazioni. Un otto marzo all’insegna
della poesia d’amore dunque per un messaggio di riscoperta
della relazione come punto di riferimento insostituibile.
E per ripercorrere la storia degli amori nella storia del
mondo Anna Manna ha scelto una figura femminile di grande
interesse : Cristina , la regina di Svezia notissima anche
a Roma dove giunse ancora giovane e fresca dell’impegnativo
lavoro della guida del regno e divenne la regina della Roma
colta.
A conclusione della serata al Grano Antico saranno estratti
a sorte, tra tutti i presenti, alcune copie del libro di Anna
Manna “Amori negati” ispirato proprio alla figura storica
femminile di grande fascino e significato Cristina di Svezia
ed al suo tormentato amore per il filosofo Cartesio.

Dal
libro Amori negati di Anna Manna riportiamo l’incipit:
“Cristina di Svezia salì al trono giovanissima, per successione
diretta, dopo la morte del famosissimo padre nella guerra
dei trent’anni. La regina odiò la guerra dei trent’anni per
tutta la vita, e si adoperò in ogni modo per arrivare alla
pace ma la successione in così giovane età creò in lei delle
discordanze caratteriali. Altera e fragile nello stesso tempo,
vagava tra una personalità maschile che si esprimeva nell'identificazione
col padre ed una identità femminile che la sua innegabile
bellezza le regalava. Doveva per destino essere forte, staccarsi
dalle fragilità femminili ed adoperarsi con forze maschili
nel governo del regno svedese. Altezzosa, regale, importante,
fu una personalità eccentrica e stravagante. L’ammirazione
per il sesso maschile, sicuramente retaggio di un complesso
edipico irrisolto acuito dalla morte del padre in battaglia,
forse l’invidia per il sesso maschile che meglio le avrebbe
fatto vivere il suo ruolo, la portò a rinnegare la sua femminilità.
É noto che voleva essere chiamata re e non regina.
Ci sono tutti gli ingredienti per dipingere Cristina come
l’antesignana di un femminismo acceso e moderno. Ma la sua
personalità eccentrica e orgogliosa va ben oltre etichette
di comodo. Irruente nei dialoghi con l’altro sesso, intelligentissima,
coltivò da vero mecenate incontri e scambi con le più belle
intelligenze europee. Centrale nella sua vita fu l’interesse
reale e concreto verso la filosofia. Questo bisogno intellettuale
di approfondimento filosofico la spinse a chiamare presso
la corte svedese il notissimo e carismatico filosofo Renè
Descartes. É realtà storica l’usanza della sovrana che voleva,
ogni mattina alle cinque, il filosofo vicino a lei per discutere
di filosofia. L’incontro fu intrigante, interessante. Due
caratteri particolarissimi, una sintonia mentale sorprendente
trai due. Gli storici di tutta Europa sono andati a nozze
per scoprire se il loro fu soltanto un fuoco mentale o se
la passione li legò fino alla morte di lui. Certo c’è chi
scrive che Cartesio accettava soltanto la presenza della regina
per scaldare il suo pensiero. C’è chi invece li dipinge casti
e dignitosi in un incontro mentale da far tremare i polsi.
Chi vide nei due la passione, chi li inchiodò in una sadica
battaglia sotterranea di poteri: quello maschile e quello
femminile, il potere temporale della corona e il potere nobile
della mente. Lei fu sicuramente altera, innamorata del potere.
Dunque viveva l’amore e l’innamoramento come un’alternanza
tra un abbandono desiderato ed un rabbioso constatare la sua
dolcezza di donna.
Lui fu sicuramente attratto e coinvolto sia dalla battaglia
inconscia dei loro poteri, sia dall’interessante dialogo con
una donna capace di tenergli testa, forse dall’amore tout-court,
semplicemente dalla bellezza della regina ventiquattrenne.
Lei s’innamorò perdutamente del cinquantenne filosofo che
la guidava con un vigore mentale che certo lei non poteva
avere.
L’età più adulta che le rammentava la figura paterna, il sentore
di una cultura diversa dalla sua (la cultura francese) che
le sembrava un esotico richiamo verso mondi lontani, il suo
essere stata molto vicina sentimentalmente al suo stesso sesso
(è storico il legame con la sua dama di corte con cui divideva
il letto) e la scoperta di una virilità decisa, concreta,
di grosso spessore mentale, la vinsero completamente. Alla
morte di lui, si dice che morì di polmonite, sembrò impazzire
e mutò completamente la sua vita. Abbandonò il trono, la Svezia,
la sua religione, la corona. Sicuramente però restò donna
di potere. Un potere che aveva rifiutato come eredità, come
dovere imposto, ma che volle come affermazione della sua personalità
e delle sue capacità. Moderna, attuale, grintosa, ho voluto
dipingerla nel momento dell’amore. Forse l’unico vero, grande
innamoramento.
Scalfita nell’anima, Cristina si sentì veramente donna, suo
malgrado e con stizza, forse soltanto con Renè. Anche se forse
mai il loro amore si espresse con gesti.”
Per
concludere le parole di una grande studiosa di Cristina di
Svezia, Veronica Buckley:
"Quello di Cristina era un mondo al bivio, dove Dio regnava
ancora, ma gli uomini avevano cominciato a dubitare. Cristina
stessa si sarebbe trovata più volte a un crocevia su questioni
di religione, di potere, di politica e di sesso e avrebbe
dato prova di essere una protagonista della sua epoca donchisciottesca,
un Personaggio di grande imperfetta bellezza, come il barocco,
l'irregolare perla che avrebbe dato il nome a quel periodo
storicovibrante e violento." Veronica Buckley, Cristina
Regina di Svezia, Le scie Mondadori 2006

COMUNICATO
STAMPA
AL SINDACATO LIBERO SCRITTORI ITALIANI
la poesia vola tra i Giovani poeti per mandare
l’applauso italiano a BOB DYLAN
Immagini
del convegno




In foto Palazzo Sora Aula Magna, Anna
Manna e Pierfranco Bruni tra i Giovani poeti di Daniela Fabrizi,
i ragazzi con la poetessa Daniela Fabrizi, il tavolo
Prestigiosi
nomi della cultura italiana si sono incontrati in convegno
a Palazzo Sora, splendida location nel cuore di Roma, il 6
dicembre 2016 per interrogarsi sul senso e il significato
della Poesia in questa nostra stramba società contemporanea.
Palazzo Sora è la sede del Sindacato Libero Scrittori Italiani
che, sotto la presidenza del Prof. Francesco Mercadante, ha
dato origine e sviluppo ai più interessanti dialoghi sulle
tematiche della Letteratura. I più bei nomi della cultura
italiana sono passati nelle sale del Sindacato per presentare
i propri libri e le proprie poetiche. Così, a pochi giorni
dalla Cerimonia di premiazione del Premio Nobel, parte, in
una significativa coincidenza, il Progetto culturale che la
socia Anna Manna, poetessa e cultural promoter molto nota
nella capitale, ha sottoposto al Prof. Francesco Mercadante.
Un progetto che intende analizzare il periodo culturale e
l’espressione letteraria contemporanea nei suoi significati
più profondi.
“DOVE
VA LA LETTERATURA?” questo è il titolo del Progetto che parte
con il primo incontro dedicato alla Poesia.
E come si poteva prescindere dal confronto con l’Evento dell’anno
culturale? L’Assegnazione a Bob Dylan del Premio Nobel per
la Letteratura!Il programma del primo incontro, che prende
il titolo facendo il verso ad una notissima canzone di Bob
Dylan “Quante poesie deve scrivere un uomo per essere poeta?”,
si è svolto con partecipazione vivace di critici letterari
prestigiosi.
Il vicepresidente del Sindacato Libero Scrittori Italiani
il Prof. Pierfranco Bruni, ha aperto il Convegno con una sua
relazione di grande respiro culturale.
Innovativo nella critica letteraria, aperto alle nuove e moderne
proposte di multidisciplinarietà culturale, analista preciso
e puntuale dei contemporanei, Pierfranco Bruni ha analizzato
il fenomeno Bob Dylan e l’assegnazione del Premio Nobel a
questo artista di respiro internazionale.
Non sono mancate certo le posizioni diverse, i dialoghi più
serrati, i confronti più accesi.
Ma comunque la manifestazione è stata impostata nella grande
libertà di espressione che caratterizza gli eventi ideati
da Anna Manna, che crede nel confronto sincero, verace e civile
per esprimere pareri anche contrapposti.
Dai critici sono stati proposti bellissimi interventi sintetizzabili
quasi scherzosamente nel titolo di una canzone : UN PUGNO
E UNA CAREZZA!! Cioè molto entusiasmo per le sue canzoni,
ricordi nostalgici di vita legati alla sua musica, qualche
perplessità per l’assegnazione del Nobel.
Sabino Caronia , Maria Teresa Calabrò hanno ripercorso il
mito di Bob Dylan legandolo ad una rivisitazione dell’età
giovanile . Dunque quasi un percorso generazionale letto attraverso
la vita e le canzoni di Bob Dylan. Ma se Sabino Caronia applaude
al Nobel, Maria Teresa Calabrò ed anche Fabia Baldi indicano
una impossibilità di esaurire in un applauso la decisione
dell’Accademia di Svezia. Mentre la poetessa Daniela Fabrizi
ritiene che l’arte di Bob Dylan sia stata necessaria per una
diffusione internazionale dello spirito poetico, altrimenti
in ombra nell’ultimo ventennio.
Si è aperto così un dibattito interessantissimo, ricco di
ricordi, indagini storico-letterarie, anche proposte. Come
quella di Antonio Ragone , che auspica un tentativo di dialogo
con l’Accademia svedese per arricchire il Premio Nobel di
una Sezione riservata ai cantautori.
Ipotesi prontamente raccolta da Anna Manna che curerà gli
Atti del Convegno nei prossimi mesi arricchendoli con le poesie
a lui dedicate durante il pomeriggio culturale.
Gli
ATTI DEL CONVEGNO con le relazioni e le poesie lette dai poeti
saranno raccolti in una pubblicazione curata da Anna Manna,
dal titolo: “QUANTE POESIE DEVE SCRIVERE UN UOMO PER ESSERE
POETA?”
(Gli intellettuali italiani e il Nobel a Bob Dylan)
Sicuramente
un posto particolare avranno nel libro le poesie dei Giovani
poeti della poetessa Daniela Fabrizi che hanno composto poesie
appositamente dedicate al cantante Bob Dylan ed hanno colpito
i presenti per l’immediatezza e la profondità delle loro composizioni.
Hanno
aderito al Recital poetico per Dylan i poeti Jole Chessa Olivares,
Gabriella Nardacci, Tiziana Marini, Antonella Pagano che ha
incantato i presenti con la sua arte poetica fortemente teatrale,
Anita Tiziana Laura Napolitano.



EVENTO
Strade di Poesia
19 novembre 2019
CHIESA DEGLI ARTISTI
I POETI AL GIUBILEO DELLA MISERICORDIA

Sabato
19 novembre, nella Chiesa degli Artisti, in Piazza del Popolo,
a Roma, si è svolta la manifestazione “Strade di Poesia”,
di Luigi Ruggeri, che ha organizzato la nona tappa con “I
Poeti del Giubileo della Misericordia”. Il “Giro poetico”
organizzato dall’Associazione Teatro-cultura Beniamino Joppolo
di Patti, ha avuto inizio con la prima tappa del 6 febbraio
a Ferrara, proseguendo il suo cammino il 21 maggio a Genova,
il 5 giugno a Montalbano Elicona, il 3 luglio ad Ortona, il
16 luglio a Biella, il 23 luglio a Chioggia, il 24 settembre
a Firenze, l’8 ottobre a Bari, chiuderà il suo ciclo, dopo
la tappa di Roma, a Milano, sabato 10 dicembre. La poetessa
Anna Manna ha preso parte con le sue poesie a tutte le antologie
delle 9 tappe di strade di poesia.
Il 19 novembre Poeti provenienti da diverse città italiane
si sono dati convegno convegno nella Capitale anche per sottolineare
l’importanza del Giubileo Straordinario della Misericordia
indetto da Papa Francesco, che si è chiuso domenica 20 novembre.
Hanno preso parte alla ghirlanda poetica gli scrittori Jole
Chessa Olivares, Luisa Gorlani, Enio Marfoli, Tiziana Marini,
Anita Tiziana Laura Napolitano, Antonella Pagano che ha recitato
una poesia di Anna Manna dedicata a Papa Francesco con grande
bravura, Patrizia Stefanelli, Luciana Argentino, Rosaria Di
Donato, Andrea Orlandi ed Ady Santucci.





A
tutti i poeti, è stato assegnato il “Premio Anna Manna”, con
dono del libro-mignon di Anna Manna “Umili parole e grandi
sogni. Cinque poesie per tre pontefici” (Edizioni Nemapress)*.
Nell’ambito della manifestazione,sono stati anche assegnati
due prestigiosi premi: il “Premio Nazionale di Poesia Rosario
Piccolo 2016”, omaggio alla carriera a Corrado Calabrò, già
magistrato, che ha ricoperto incarichi prestigiosi e scrittore
affermato, ed il “Premio alla cultura” a Neria De Giovanni,
per la conduzione ed il coordinamento della Rassegna “I venerdì
di propaganda” della Libreria Editrice Vaticana.
*Intervista
senza rete di Jole Chessa Olivares ad Anna Manna per la pubblicazione
del libro “Umili parole e grandi sogni - Cinque poesie per
tre pontefici” - Nemapress 



Daniela
Fabrizi Anna
Manna
Pubblicato
il 9 settembre:
Daniela Fabrizi, Anna Manna
Prefazione
Dante Maffia
Introduzione Lorenzo Spurio
Saluto Jole Chessa Olivares
ARACNE EDITORE, settembre 2016
Invito
11 ottobre 2016 ore 16,00
CENTRO
DI DOCUMENTAZIONE EUROPEA
SAPIENZA UNIVERSITA' DI ROMA
Facoltà di Economia e Commercio - Via del Castro Laurenziano
9
Per il libro "MIGRANTI a passi nudi, a cuori scalzi"
Incontro
di approfondimento culturale
Benvenuto:
Agelo Ariemma (CDE)
Gioacchino Onorati (direttore ARACNE)
Intervento:
Neria De Giovanni
La
poetessa Jole Chessa Olivares leggerà la sua poesia - dedica
che apre il libro
Introduzione:
Dante Fasciolo
Saluto:
Corrado Calabrò
Commenti
di: Umberto Bernabei, Antonio Bruni, Luisa Bussi, Giuseppe
Mannino, Ruggero Marino
Saluti
di: Tiziana Grassi, Maria Assunta Pioli
Coordina:
Alba Stella Paioletti
Daniela
Fabrizi e Anna Manna Vi aspettano per confrontarsi insieme
su “MIGRANTI a passi nudi a cuori scalzi“
Poesie per un unico drammatico tema
Il
libro contiene commenti critici di Sandro Gros-Pietro, Ruggero
Marino, Antonella Pagano, Luigi Tallarico, per "L'Esodo"
di Anna Manna e commenti critici di Dante Maffia, Giuseppe
Mannino, Giovanni Pistoia per "L'Esilio" di Daniela
Fabrizi.
"Quando
la poesia bussa non si pone domande, non conosce risposte,
non propone soluzioni. S’attarda in quel limite tremendo tra
la vita e la morte, lo rende infinito: non è la soluzione
che il poeta è capace di proporre. E’ umilmente, semplicemente,
l’incontro tra il dolore e chi lo può in qualche modo raccontare.
Emigrare dalla propria terra, dalla storia che ti ha costruito,
significa migrare da se stessi. Anche il poeta emigra dalle
proprie emozioni e approda nelle emozioni dell’alter. Un alter
che non è un alieno però, ma un nostro simile, un appartenente
alla grande famiglia umana. Che troppo spesso perde nei viaggi,
in qualunque viaggio reale o metaforico, la dimensione dell’umanità
e naufraga nell’apocalisse dei sentimenti che prova e che
suscita.
Abbiamo voluto salvare dal naufragio almeno quel bagaglio
terribile di emozioni: al poeta non è concesso altro. Ma nella
speranza di salvare il bagaglio loro a volte abbiamo perso
il nostro.
Ci siamo identificati provando a restare a a galla. Noi con
le nostre penne traballanti, in un viaggio dell’anima che
non risparmia la sofferenza vera della mente: quella capace
di scrivere lo sdegno e la necessità di reagire allo scempio
della nostra epoca tristissima."
Così
Daniela Fabrizi e Anna Manna firmano il loro libro di poesie,
scritto insieme, "MIGRANTI a passi nudi, a cuori scalzi"
per l'editore Aracne, pubblicato il 9 settembre.
La silloge di Anna Manna, dal titolo L'Esodo, apre il libro.
Poi segue la silloge di Daniela Fabrizi dal titolo "L'Esilio".
Non è il primo tentativo di scrittura allo specchio, già avevano
pubblicato negli anni precedenti "Donne di luna e di
scure-poesie nel web" per Il Convivio editore.
Dunque una simbiosi già collaudata, un'amicizia poetica che
ha già sperimentato il dialogo.
Ed infatti questo libro ha sicuramente il pregio di mostrarsi
subito come un'opera matura, composta, costruita, sostenuta
con grande slancio dai molti commenti critici di alto livello.
La tematica drammatica del resto non poteva presentarsi in
altro modo. E le poetesse sono state all'altezza del compito
arduo e difficile. Senza mai scadere nell'ovvio, nel banale,
nella cronaca, nella polemica. Le due poetesse hanno fatto
poesia, confrontandosi ed immergendosi in una tematica di
vasto respiro e di complessa costruzione poetica. Già una
silloge a tema unico può spaventare il lavoro di un poeta,
qui inoltre e di più, c'è la tragedia che incombe, il dolore
che strazia, la visione di un'umanità che naufraga sulle sue
idee e nei suoi marosi.
Riportiamo
la prefazione di Dante Maffia, il famoso poeta Dante Maffia
candidato al Premio Nobel per la letteratura, al libro:
Mi piace ricordare un gran signore della poesia contemporanea,
Nelo Risi, che spesso ripeteva: «Il poeta deve essere un supremo
realista». Nelle sperimentazioni esclusivamente linguistiche,
tutte affidate al significante, egli vedeva deivgiocolieri,
della gente da circo equestre, e sorrideva.
Sorrideva con amarezza davanti allo sfascio in atto e le nostre
discussioni ritornavano quasi ossessivamente sulla funzione
della poesia. Se ha, se deve avere una funzione, se l’ha avuta.
Leggendo le poesie di Daniela Fabrizi e di Anna Manna, che
affrontano un problema scottante, anzi il problema principe
dei nostri giorni, quello dell’esodo, le conversazioni con
Nelo Risi mi sono tornate tutte in mente. Sì, la poesia ha
molte funzioni, e il poeta, se tale è davvero, deve essere
un supremo realista. Ovviamente non nel senso in cui la parola
era intesa dai critici quando nacque la moda della cronaca
fatta romanzo o poesia, ma nel senso più ampio e universale
del termine, perché solo la poesia può svelare, e Platone
ce lo ha insegnato, i segreti del Divino, i progetti che stanno
nel divenire umano.
Io scrissi, mi si perdoni l’autocitazione, un intero libro
sui clandestini, circa venti anni fa. Lina Sergi lo mise in
scena nella sede del Sindacato Scrittori in Corso Vittorio
Emanuele a Roma. Adesso ritorna, con la regia di Anna Teresa
Eugeni, al Teatro dei Conciatori e perciò sono interessato
a opere che fanno sentire una forte indignazione civile. Le
due poetesse non parlano del metafisico e non si muovono nelle
confessioni personali; non cincischiano sporcando il vocabolario
con casuali accostamenti. Affrontano le vicende disumane che
stanno scuotendo il mondo e lo fanno con quel pathos che è
il timbro di garanzia di autentiche vocazioni.
Questo
il giudizio poetico di un grande della poesia. Ma l'introduzione
di Lorenzo Spurio, critico letterario e poeta molto noto,
si inoltra nella tematica allargando lo sguardo alle vicende
storiche.
Così il critico letterario Spurio:
Anna Manna Clementi e Daniela Fabrizi hanno deciso di
unire in un unico volume una serie di loro liriche accomunate
dalla tematica civile relativa al fenomeno ormai planetario
dell’immigrazione verso l’Europa vista da interi popoli che
fuggono la guerra, la dittatura, la povertà e la disperazione,
come un nuovo Eldorado. Le cronache degli ultimi tempi non
mancano di narrarci di quanti morti ogni volta si contano
nelle repliche delle tante tragedie per mare dove imbarcazioni
di fortuna sovraccariche di persone stipate come animali finiscono
per non reggere: il legno si incrina e il barcone si spezza,
affonda nelle acque scure di un Mediterraneo indifeso che
come una densa coperta ricopre i tanti lutti e fa sciabordare
le onde nell’illusione di risollevare le vite assopite per
sempre nei fondali.
Entrambe le poetesse hanno dedicato al tema la gran parte
dei componimenti inseriti in questa raccolta ma lo hanno fatto
in modo assai differente (ed è questo uno dei punti di forza
di questo libro). Anna Manna Clementi, che apre la raccolta
con la silloge dal titolo “Esodo”, si concentra sull’elemento
aquoreo ossia sul fenomeno migratorio visto nella fuga per
mare verso le coste dell’Europa.
L’elemento sensoriale al quale la Nostra sembra essere particolarmente
legata, quasi in maniera inscindibile, è quello sonoro: Anna
Manna con i suoi versi ci fa sentire con nitidezza le urla
rotte, le grida lancinanti, i rumori assordanti e impetuosi,
i gorghi rumorosi e affannanti del mare, descrivendoci la
tragedia dei barconi che si inabissano in maniera diacronica:
dal giorno dominato da un sole all’apparenza timido allo scenario
notturno, cupo e privo di conforto nel migrante alle prese
con l’avaria del mezzo di trasporto. Così quelle urla, quegli
SOS accorati finiscono ben presto silenziati quando l’acqua,
pregna di sale, occupa in maniera opprimente i polmoni dei
poveri derelitti. Ciò avviene in maniera non molto diverso
da ciò che la compagine europea ed internazionale fa: parla
del fenomeno e si dice costernata per le tragedie impegnandosi
in summit allargati per ovviare a decisioni veloci da prendere,
salvo poi stanziare fondi ai paesi più coinvolti dal fenomeno
lasciandoli in balia di sé stessi a gestire l’inarrestabile
penosa avanzata. L’incapacità di intervento, la mancata concretezza
nella gestione del dramma finiscono per mostrare un’Europa
disattenta, fredda, razzista e connivente in una certa maniera
con la mercanzia delle anime, con il crimine etnico. Crimine
che è ancor più spietato e schifoso per il fatto che è esso
stesso merce di consumo nel circuito informativo dove l’immigrazione
diviene spesso tema da talkshow nel quale dire tutto e il
contrario di tutto, acconsentire o dissentire, mostrarsi o
accaparrarsi la simpatia di fasce della popolazione, impiegare
il tema, demagogicamente, quale impegno del proprio partito
in una possibile campagna elettorale.
I vestiti degli sventurati si inzuppano di acqua e si fanno
pesanti, l’umidità addosso infradicia le ossa, il cielo è
lì, alto, come disegnato e sembra impossibile ricavarci una
qualche consolazione. Le carni sono pressate, il tormento
invade le menti, l’angoscia di non farcela macchia il cammino
della speranza mentre i bambini piangono e le proprie madri
si apprestano a dargli tutto ciò che possono, il loro latte
fattosi ormai acerbo dal disprezzo nei confronti della vita.
La natura ambientale che accoglie la dipartita delle anime
ha assunto anch’essa gli stilemi di una depravazione morale,
di un’incompatibilità con la vita dell’uomo: colpiscono le
“viscide alghe”, ne percepiamo quasi la loro ignavia e al
contempo la vigliaccheria, il mare, pure, sembra assumere
peculiarità umane e rendersi fautore di un “ghigno spaventoso”,
bestiale e malefico, privo di redenzione.
Un’acqua di morte che nega il ciclo di rinascita, si fa densa
e piena di propaggini, mani che non aiutano né sollevano o
facilitano il galleggiamento, ma che, pesanti e dalla presa
diabolica, afferrano e trascinano nei fondali più infimi.
Una condizione apocalittica alla quale la Nostra contrappone
il suo fiero disappunto con foga e con un dolore autentico
che la conduce a vagheggiare istinti mortiferi e annullanti
l’intera umanità (“se fossi forte vorrei spezzare il mondo”)
per metter fine alla sperequazione della speranza tra fortunati
e disperati, ed esser tutti fratelli, in un’angoscia comune
che si può realmente conoscere solo se la si vive.
Se il mezzo identificativo delle poesie di Anna Manna Clementi
è rappresentato da quel mare infingardo che diviene pozza
mefitica di certezze e sepoltura di massa, l’altra poetessa,
Daniela Fabrizi, si concentra in particolar modo sull’elemento
terra. Anch’essa ci parla del fenomeno migratorio del nostro
periodo storico visto, però, per mezzo delle lunghe traversate
per terra, principalmente quella di siriani ed iracheni che
sulle proprie gambe risalgono ampi territori, passando per
la Turchia e cercando poi di immettersi nell’Europa attraverso
la Grecia o, più frequentemente nelle ultime settimane, proiettandosi
verso i Balcani quale meta finale per l’ingresso nei confini
della Comunità Europea. Per tali ragioni Daniela Fabrizi non
può non parlare del fenomeno eclatante di divisione, una sorta
di nuovo muro di Berlino, che il governo del conservatore
Orbán in Ungheria ha fatto costruire a salvaguardia delle
proprie frontiere.
Non solo viene negata l’assistenza e l’asilo al profugo di
guerra ma anche il passaggio per una nazione che possa permettergli
dopo settimane di duro cammino di poter entrare in Croazia
e dunque in Europa. La Nostra sottolinea con particolare enfasi
nelle sue liriche questa durezza dei cuori che si esplica
negli elementi di chiusura, recinzione, allontanamento che
non fanno altro che esacerbare differenze tra etnie, culture
e società contribuendo alla segregazione di alcune e al dominio
di altre: “Un certo Abele mi chiamava fratello”, scrive nella
poesia “Fratello”.
Il binomio di esperienze letterarie di Anna Clementi e Daniela
Fabrizi in questo caleidoscopio di riflessioni amare su uno
dei problemi sociali più cocenti e gravi del momento è senz’altro
riuscito. In esso, meglio di qualsiasi pagina di giornale
o foto di una qualche tragedia annunciata, è contenuta la
sofferenza e lo scoramento di due donne che, pur appartenendo
alla società civile di un mondo Occidentale, fanno propria
l’esigenza della battaglia per la vita. Un esodo di dimensioni
bibliche dove lo straniero viene visto come minaccia pericolosa,
un esilio per nulla romantico, gravato da un desiderio impetuoso
di fuga. Mentre la tv ruggisce notizie più o meno simili di
barconi spezzatisi al largo del mare o di militari che sparano
contro le orde migranti in uno stupido e deprecabile confine,
non c’è più tempo di stare ad ascoltare. Per alcuni, per i
cultori della dialettica verbosa e inconcludente forse non
siamo ancora arrivati al collasso e -come dice la Fabrizi-
“si sta [ancora] aspettando il boato”.
Esso, però, si è già prodotto e giorno dopo giorno lo percepiamo
con sofferenza nella insanabile deflagrazione dei cuori.
Il
responsabile della comunicazione per la poetessa Anna Manna
Alessandro Clementi 340/0980369

FESTIVAL
DEI DUE MONDI 2016
L’inganno barocco per fare luce
Magnifica
conclusione in stile barocco!

Notte
magica a SPOLETO: i fuochi d'artificio sotto il mio terrazzino
a PORTA MONTERONE! MONTELUCO si è acceso di mille colori! Sembrava
quasi che volesse scoprire i suoi misteri: fate, fattucchieri,
gnomi, streghe... ed intanto una musica assordante e coinvolgente
invadeva la valle sotto il Monte sacro.
Bolero di Ravel, La cavalcata delle Valchirie... e poi "Ma
il mio mistero è chiuso in me....". Ho avuto emozioni,
paura, esaltazione. Tutto avveniva proprio sotto il mio terrazzino.
Sembrava che i fuochi e la musica entrassero in casa. Volevo
fuggire, volevo restare. Io non saprei dire se a Spoleto alta,
le emozioni fossero le stesse! Certo noi a Porta Monterone abbiamo
sognato! Come se un vulcano avesse aperto il suo scrigno e e
ci raccontasse la sua storia con la musica ed i colori. UN INCANTESIMO
INDIMENTICABILE!
Questa conclusione notturna dell’ultima domenica del Festival
dei due Mondi 2016 ai piedi di Monteluco è appunto in perfetta
sintonia con il Festival dei due mondi 2016. Uno spettacolo
coinvolgente, quasi eccessivo che accende e stravolge. Uno spettacolo
barocco! A Spoleto gli artisti, gli organizzatori hanno disegnato
il mondo odierno : ne hanno evidenziato l’inquietudine, la spavalderia,
l’angoscia ed hanno lanciato la sfida meravigliosa dell’arte!
Quando al Teatro Caio Melisso la mattina di domenica 10 luglio
ho ascoltato la splendida lezione del Prof. Tomaso Montanari
-in apertura della Performance della Fondazione Carla Fendi
“Un percorso nella modernità del Barocco”– ho intuito che il
discorso sull’inganno barocco come metafora della società
moderna era il filo rosso di tutta la storia di questo meraviglioso
Festival che continua ad incantare.
Riporto
dalla introduzione del Prof. Montanari alla Performance:
“Inganno:
è questa la parola chiave che rimbalza da un angolo all’altro
dell’Europa barocca. L’arte, dice Gian Lorenzo Bernini “sta
in far che il tutto sia finto, e paia vero”. Ma senza intenzione
occulta, anzi è dichiarato l’inganno. E questa è la potenza
di questo enorme metaforico concerto che invade la mente ed
il cuore. Continua così l’introduzione: “Gli specchi delle gallerie
barocche riflettono –nei versi di Giovan Vincenzo Imperiali
1607- gli antri e le rupi della natura più selvaggia,
spirando un non so che di indicibile di dolce: tanto che
talor dubbierai dentro a te stesso/ Se l’orrido, o l’ameno a
te più piaccia.”
Come
afferma Montanari nella conclusione del suo discorso che ha
incantato la platea a Teatro: ”Nel secolo della disssimulazione,
arte significa inganno, l’equivoco e il bello coincidono, l’enigma
è l’unico modo di parlar chiaro, e spesso l’horror va col diletto.
Ma di quale secolo stiamo parlando, del diciassettesimo o del
ventesimo?”
Questo
vuol dire fare cultura in un Festival che travalica l’Italia
e si espande nel mondo. Non solo la riproposta ma l’indagine,
lo scavare nel passato per trovare il nesso, il senso del presente.
Ma questo è possibile soltanto se chi si accinge a fare arte,
a fare spettacolo, a fare un Festival, ha la preparazione culturale
necessaria; se mastica Arte da sempre.
Al Festival dei due mondi, niente è sciatto, sommario, approssimativo.
Tutto ha un senso e vuole dare un segnale. Sarà per questo che
molti spettatori, più dello scorso anno, hanno risposto al richiamo
e sono stati coinvolti da questa favola di mezza estate in Umbria.
Giorgio
Ferrara –chi verrà dopo di lui nella conduzione dovrà superare
un confronto difficilissimo- ha indicato un messaggio nel Programma
del 2016: ”Nel moltiplicarsi dei mondi e delle nuove genti
risuona dalle antiche profondità di un tempo pur sempre giovane
il richiamo del Bello, dell’Intelligenza e dell’Arte. Che è
anche comandamento a non vacillare nella loro difesa.”
Che altro dire? Non ci sono le parole.
Al
festival bisogna andarci, viverlo, sudarlo, apettare nelle file
per il biglietto mentre il sole ti stana le idee più torride.
Il
Festival è vita da vivere.
Raccontarlo? Nenche un poeta ci riesce. La cronaca non basta,
il programma resta a dirti i numeri, i nomi, le date.
Il festival è come quel sogno terribile ed incantevole che ti
penetra, ti avvolge: entri, lo superi, ti svegli stordito ma
esci cambiato.
E’
come la tempesta della vita.
Bisogna navigarla.
Grazie
Spoleto, anche questa volta hai incantato il mondo!
Anna
Manna
ALTRI
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